Il genio prese un foglio bianco e una penna, tracciò una linea sul foglio bianco, restò lì a guardare la linea tracciata con i gomiti appoggiati al tavoli e le dita incrociate sotto il mento.
Girò il foglio e con la penna cominciò a segnare ogni tipo di segni matematici, appunti, poi si fermò, sul viso un'espressione di trionfo, stava rileggendo la sua formula, continuò a scrivere.
Ad alta voce i suoi pensieri correvano nella stanza vuota: "eh sì, non può essere che così", "E' lampante, perché non ci ha mai pensato nessuno", "certo, è così semplice".
Si ferma, il suo viso prende un'espressione esterrefatta: "potrebbe cambiare il modo di vedere il mondo, sarebbe la scoperta del secolo, nulla sarebbe più uguale, sarebbero risolti tutti i problemi dell'umanità."
Rilesse ancora la sua formula, girò il foglio a guardare la linea.
Fece un'espressione corrucciata... "naaaaaaaa, il mondo non è ancora pronto", piegò in due il foglio e lo mise dentro il cassetto della scrivania, in mezzo a tanti altri fogli piegati.
Sergio
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